Con sentenza in data 29 ottobre 2019 il Tribunale di Milano, Sez. Impresa A, ha riconosciuto una condotta “di natura plurioffensiva” nell’utilizzo non autorizzato di materiali “di scena” – quali fotografie di scena, immagini ritraenti gli attori nel backstage e “ogni frammento estrapolato dall’opera” – relativi ad un’opera cinematografica, ed in particolare ad un telefilm (definito dallo stesso Tribunale come un “film di corto o medio metraggio, realizzato essenzialmente per l’utilizzazione televisiva”, come tale “assimilato alle opere cinematografiche”), prodotto da Reti Televisive Italiane S.p.A., nonché del marchio registrato costituente il titolo dell’opera medesima, su di una pubblicazione cartacea periodica, edita dalla convenuta, avente il medesimo titolo (anche nella sua declinazione grafica) e contenuto interamente dedicato a detta opera cinematografica.
Il Tribunale ha ritenuto infatti che la convenuta non abbia posto in essere solamente “una attività – lecita – meramente informativa di una trasmissione di successo”, ma un “concreto impiego – illecito – di segni distintivi ed immagini oggetto di privativa dell’attrice”, così accertando tanto la violazione dei diritti d’autore sull’opera cinematografica (e sull’omonima rivista cartacea edita dall’attrice), ai sensi degli artt. 78 ter, 100 e 102 L.D.A., quanto la contraffazione del marchio registrato ai sensi dell’art. 20, lett. b), C.P.I., disponendo la condanna della stessa convenuta al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale (a titolo di danno all’immagine) in favore dell’attrice.