Presentata ieri dal presidente Angelo Marcello Cardani la relazione annuale dell’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom).
I dati mostrano un anno difficile per il settore delle comunicazioni in Italia, che nel 2014 registra in totale un valore di 52,4 miliardi di euro, il 5,9% in meno (3,278 miliardi) rispetto al 2013.
Il 61% del fatturato arriva dalle tlc (32,033 mld, -7,7% sul 2013), il 27% dai media (14,331 mld, -3,2%) e il 12% dai servizi postali (6,039 mld, -2,3%). Il comparto comunicazioni incide sul Pil per il 3,3% ed e’ tutto in rosso, con perdite in doppia cifra per la rete mobile (-10,4%), per l’editoria in generale (-10,7%) e per i periodici in particolare (-15,8%). Un confortante segno “piu'” arriva solo dal comparto Internet (+10% con fatturato di 1,632 mld) e dalla tv a pagamento (+1,4%, con fatturato di 3,370 mld), anche se è ancora la tv in chiaro a produrre i maggiori introiti (4,546 mld, -3,3% sul 2013).
Interessanti i dati relativi alla lotta alla pirateria: a distanza di un anno dall’entrata in vigore del Regolamento in materia di tutela del diritto d’autore online “è possibile tracciare un bilancio positivo del Regolamento, dando contezza delle linee di tendenza più evidenti. Alla data del 12 giugno 2015 sono state presentate 283 istanze di rimozione di contenuti protetti dal diritto d’autore che – per effetto di ritiri, accorpamenti e archiviazioni in fase preistruttoria – hanno dato luogo a 165 procedimenti, 162 dei quali già conclusi. Di questi ultimi, oltre la metà sono stati definiti per adeguamento spontaneo, a dimostrazione della valenza educativa del Regolamento che incentiva autonome iniziative di rimozione della violazione”. Gli ordini di inibizione, pari al 37% dei procedimenti conclusi, hanno riguardato tutti siti esteri manifestamente dediti alla pirateria digitale in quanto responsabili di violazioni gravi e massive ai danni di opere sonore e audiovisive.
La tutela dei media tradizionali, secondo il presidente Agcom, deve necessariamente passare attraverso «un radicale ripensamento del disegno istituzionale e regolamentare, anche rivedendo il ruolo dell’intervento pubblico a sostegno del sistema nazionale e locale dell’informazione».