Depositate le conclusioni dell’Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) in merito alla causa C-582/2014, Patrick Breyer contro Bundesrepublik Deutschland, sul tema dell’applicazione degli IP dinamici alla Direttiva europea sulla protezione dei dati personali (Direttiva 95/46/CE).

Il sig. Breyer,  leader del Partito Pirata in Germania, ha proposto un’azione inibitoria contro la Repubblica federale di Germania a causa della memorizzazione degli IP dinamici: la serie di numeri binari che vengono assegnati al singolo dispositivo dagli ISP per connettersi ad internet,  trasmessi ai server in cui è memorizzata la pagina web consultata e  registrati e mantenuti dagli ISP in accordo con la normativa tedesca vigente.

In via inibitoria, il sig. Breyer aveva adito il giudice al fine di impedire alla Germania di memorizzare i propri indirizzi IP dinamici (richiedendoli agli ISP) che, seppur singolarmente non possono permettere l’identificazione della persona fisica utilizzatrice, possono invece raggiungere tale obiettivo unitamente ad altre informazioni di cui dispone il fornitore di servizi.

Rigettato il ricorso in primo grado, parzialmente accolto in appello, il Bundesgerichtshof (Corte federale di giustizia tedesca) ha sollevato questione pregiudiziale avanti la CGUE in merito all’applicazione, nel caso di IP dinamici, della Direttiva sulla privacy.

L’avvocato generale, in accordo con la tesi del sig. Breyer, ha ritenuto di applicare la Direttiva 95/46/CE anche agli IP dinamici – e quindi di considerarli “dato personale”- “se un fornitore di accesso alla rete dispone di informazioni aggiuntive che, associate all’indirizzo IP dinamico, consentono l’identificazione dell’utente”.

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