Oracle società leader dell’Hi-tech, ha richiesto a Google nove miliardi di dollari per il “plagio” di Java (programma sviluppato dalla Sun Microsystems oggi di proprietà di Oracle).

Numerose, infatti, sarebbero le somiglianze di aspetti di Java in Android.

La prima sentenza statunitense nel 2010 era stata favorevole agli ideatori del robottino verde. Secondo i giudici del tribunale distrettuale, infatti, Google non avrebbe copiato i brevetti dell’avversario visto che le porzioni di software usate in Android non erano brevettabili.

Il verdetto è stato però ribaltato due anni dopo dalla corte d’appello secondo la quale la struttura, la sequenza e l’organizzazione di quelle porzioni possono essere protette da diritto d’autore.

Al momento Google basa la propria difesa sul fair use, tuttavia la prossima udienza fissata per il prossimo 9 maggio 2016 chiarirà se possa o meno ritenersi operante l’esenzione dall’obbligo di citazione dell’autore dell’opera originaria.

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