La Commissione europea ha diffuso una relazione preliminare sull’indagine settoriale sul commercio elettronico, lanciata a maggio 2015, dalla quale emerge una crescita dell’e-commerce con un contestuale sviluppo delle pratiche commerciali rischiose per la concorrenza ed i consumatori.
I dati raccolti presso circa 1800 imprese europee evidenziano, in particolare, i limiti del geoblocking e degli accordi di licenza sui diritti d’autore spesso complessi ed esclusivi per chi fornisce contenuti digitali. Infatti, oltre il 60% degli accordi di licenza presentati da titolari di diritti è limitato al territorio di un unico Stato membro, e la medesima percentuale di fornitori di contenuti che hanno preso parte all’indagine dichiara di aver convenuto contrattualmente con i titolari dei diritti di applicare il geoblocking.
Tuttavia, la Commissione ritiene che eventuali violazioni vadano valutate caso per caso, cercando di comprendere le possibili giustificazioni alla base delle restrizioni poste in essere dai produttori che, spesso, reagiscono alla crescita del commercio adottando pratiche per controllare meglio la distribuzione dei loro prodotti ed il posizionamento dei loro marchi.