A seguito della sentenza emessa il 13 maggio scorso dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Google sarebbe stata letteralmente invasa da richieste (6.000 solo dall’Italia e oltre 70.000 dall’intero continente Europeo) da parte di utenti intenzionati a far valere il proprio “diritto all’oblio”.
“Non siamo d’accordo con la sentenza, ma rispettiamo l’autorità della Corte Unione Europea”: questa l’opinione espressa da David Dummond, vice presidente e responsabile dell’ufficio legale di Google.
Per gestire questa problematica situazione, il colosso di Mountain View ha nei giorni scorsi deciso di nominare un Comitato consulutivo ad hoc che, raccogliendo anche l’opinione degli utenti, discuta delle modalità e dei criteri con cui procedere alla cancellazione dei link dal motore di ricerca.