Sempre più frequentemente il bilanciamento tra protezione dei dati personali e sicurezza nazionale è rimesso a Facebook .

Il popolare social network ha reso pubblico un rapporto relativo al secondo semestre del 2014, che rivela un fenomeno in tendenziale crescita, soprattutto in Oriente: i governi richiedono a Facebook l’accesso ad account privati di utenti ritenuti pericolosi o da tenere sotto controllo.

Ma non sempre il responso è positivo: l’India, per esempio, ha ottenuto da Facebook solo il 45% di risposte positive.

Il governo italiano, invece, tiene sott’occhio 2.696 account, uno solo dei quali reso successivamente inaccessibile perché di incitamento all’odio.

L’opinione generale sul punto è equamente divisa: secondo alcuni, è indispensabile che Facebook collabori in tal modo alla sicurezza nazionale; secondo altri, la sicurezza è soltanto una scusa per nascondere un’indiscriminata violazione della privacy dei cittadini.

 

 

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