La puntata della trasmissione televisiva “Otto e mezzo” dello scorso lunedì 14 settembre si è conclusa con un preciso annuncio del Premier Renzi: il 1° gennaio 2017 entrerà in vigore la Digital tax.
Contrariamente a quanto suggerito dal nome, non sarà una nuova tassa, bensì una normativa che assoggetta tutte le multinazionali dell’economia digitale, operanti su internet e non residenti in Italia, al pagamento di un’imposta sul reddito nel luogo in cui le transazioni e gli accordi si perfezionano.
In sostanza, la ratio della futura previsione consisterà nel far sì che i big del digitale, quali Apple, Google e Netflix, che realizzano transazioni digitali con una continuità di 6 mesi ed una significatività in termini di fatturato di almeno 5 milioni di euro annui, versino regolarmente le tasse nel nostro Paese.
Si tratta di un meccanismo antielusivo pensato nell’ottica di un’azione concertata contro l’elusione fiscale delle multinazionali, nonché finalizzato a parificare il trattamento di queste ultime rispetto a quello riservato a tutte le altre imprese italiane.
Secondo quanto dichiarato dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, la Digital tax porterà all’Erario un gettito annuo pari a 2-3 miliardi di euro.
